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Pubblicata la Relazione al parlamento sulle tossicodipendenze 2022

Un documento che offre annualmente una lettura sul fenomeno delle dipendenze nel nostro paese

La Relazione al parlamento sulle Tossicodipendenze 2022 (realizzata in base ai dati del 2021) offre una panoramica precisa del fenomeno della dipendenza in termini di mercato, consumo e servizi; quest’anno è stata data particolare attenzione anche alla situazione pre e post pandemia da Covid-19.

Nonostante le restrizioni imposte dalla pandemia nel 2021 si è registrato un aumento della produzione e del traffico di Nuove Sostante Psicoattive; sono state identificate 62 nuove sostanze di cui 8 completamente sconosciute.

Per quanto riguarda i consumi di sostanze stupefacenti ci sono segnali di un ritorno ai livelli pre-pandemia, infatti, l’analisi delle acque reflue evidenzia un aumento di prodotti derivati da cannabis e cocaina in alcune città tra il 2020 e il 2021.

La spesa per il consumo di sostanze stupefacenti sul territorio italiano è stimata (dati 2020) in 14,8 miliardi di euro, di cui circa il 44% attribuibile al consumo dei derivati della cannabis e quasi il 30% all’utilizzo della cocaina; nel 2021, nonostante le ancora significative restrizioni causate dalla pandemia, la sempre più forte digitalizzazione del mercato delle sostanze stupefacenti ha fatto sì che né il traffico né il mercato abbiano subito dei cali evidenti. 

Per quanto riguarda i prezzi del traffico al dettaglio, la marijuana e l’hashish hanno un prezzo che varia tra gli 8 e gli 11 euro al grammo; l’eroina varia tra i 37 ai 59 euro al grammo in base alla tipologia e la cocaina è la sostanza che si caratterizza per i prezzi più elevati e varia tra i 73 e i 93 euro al grammo. Rispetto all’anno 2020, i consumi complessivi in Italia mostrano aumenti statisticamente significativi per cannabis (da 47 a 59 dosi/1000 abitanti/giorno; +28% p<0.01), cocaina (da 9,6 a 12 dosi/1000 abitanti/giorno; +28%; p<0.001), eroina (da 2,4 a 3,2 dosi/1000 abitanti/giorno; +33%; p=0.014). Stabili risultano invece i consumi di metamfetamina, ecstasy e amfetamina.

La rete dei Servizi per le Dipendenze, pur mantenendo alcune modalità di intervento innovative adottate durante il lockdown (servizi di sanità digitale, telemedicina), sembra essere tornata livelli ordinari.

Sul territorio nazionale sono presenti 574 SerD dove lavorano 6.365 persone: per il 54% figure professionali sanitarie (medici e infermieri) e per il 46% altre figure (psicologi, assistenti sociali, educatori professionali e amministrativi.)

Nel corso dell’anno i SerD hanno assistito 123.871 persone di cui il 13% nuovi utenti. Gli assistiti in trattamento sono per la maggior parte maschi (86%) e hanno mediamente quasi 42 anni risulta invece più giovane l’utenza di genere femminile, con un’età media di 40 anni. Nell’utenza trattata nel corso del 2021 vediamo una diminuzione delle persone in carico per uso di oppiacei e un aumento delle problematiche correlate all’abuso di cocaina e crack.

Per quanto riguarda le strutture terapeutiche, delle 932 strutture presenti sul territorio nazionale 577 sono ubicate nelle regioni settentrionali (61,9% del totale), un dato che ci fa capire quanto ancora sia ampio il divario di offerta di servizi assistenziali tra Nord e Sud; le strutture riabilitative che sono gestite per il 95% dal Privato Sociale dispongono complessivamente di 13.819 posti dei quali l’87% in regime residenziale e il rimanente 13% in regime semiresidenziale.

Nel corso del 2021 le persone trattate nelle Comunità residenziali sono state 23.959 (+3,6% rispetto ai 23.120 utenti del 2020), la sostanza primaria per il quale è stato richiesto il trattamento è la cocaina o il crack (37,3%) seguono l’alcol, l’eroina e altri oppioidi e la cannabis; una percentuale minima di utenti è stata presa un carico per dipendenze comportamentali (0,4% per gioco d’azzardo e l’1% per altri comportamenti).

Bisogna sottolineare che ormai da tempo i servizi per le dipendenze, pubblici e privati integrati e interconnessi tra loro, non si dedicano più esclusivamente a pazienti con disturbo da uso di sostanze, infatti, ad essi vi si rivolgono anche persone che hanno comportamenti a rischio legati al gioco d’azzardo, all’uso compulsivo di internet, ai social network, al gaming, allo shopping compulsivo, alla sex-addiction, ai disturbi alimentari, ecc. e patologie psichiatriche.

La Relazione al Parlamento sulle Tossicodipendenze come ogni anno presenta anche la ricerca ESPAD Italia che monitora i consumi e i comportamenti della popolazione studentesca tra i 15 e i 19 anni; per la prima volta oltre alle sostanze sono stati indagati anche i diversi comportamenti a rischio.

Tra gli studenti 15-19enni, nel 2021, circa 460mila (18%) hanno assunto una sostanza psicoattiva illegale nel corso dell’ultimo anno, il 10% ha fatto uso di sostanze nell’ultimo mese e il 2,8% ne ha fatto uso più volte a settimana. Il dato è in diminuzione dal 2017 e per la prima volta si osservano prevalenze superiori tra le ragazze rispetto ai ragazzi. Quasi 2 milioni di studenti, pari al 75,9% del totale, ha consumato almeno una bevanda alcolica nella vita; il così detto binge drinking, ossia l’aver fatto 5 o più bevute di fila in un’unica occasione durante il mese antecedente la ricerca, è stato riferito dal 30,1% degli studenti (M=33%; F=27%) e cioè da più di 776mila ragazzi tra i 15 e i 19 anni.

Circa 170mila ragazzi hanno utilizzato psicofarmaci senza prescrizione medica con una prevalenza tripla fra le studentesse. Oltre il 50% lo ha fatto per “star meglio con sé stesso” e “migliorare l’andamento scolastico”. 

Sono oltre 350mila gli studenti che hanno un profilo di rischio per l’uso di Internet e cresce sensibilmente anche il numero di quelli coinvolti in fenomeni legati al cyberbullismo sia per quanto riguarda le vittime, che arrivano al 46%, sia per quanto riguarda i cyberbulli (29%).

Un quinto degli studenti afferma che, nel corso della sua vita, si è isolato per un tempo significativamente lungo (non considerando il periodo di lockdown). Fra questi, il 20% è rimasto isolato per meno di una settimana, il 31% fra una e due settimane e il 21% per uno o due mesi. Il 17% degli studenti ha affermato di essere rimasto isolato volontariamente e ciò potrebbe avere le caratteristiche per una diagnosi “Hikikomori”, un fenomeno emergente che è stato indagato all’inizio in Giappone ma che comincia ad essere riconosciuto anche in Italia e che riguarda coloro che decidono spontaneamente di rinunciare alla vita sociale per periodi significativamente lunghi (circa 6 mesi). Sempre più spesso gli adolescenti interrompono gli studi, si chiudono nella propria abitazione o nella propria camera e interrompono i contatti con il mondo esterno solo in alcuni casi vengono mantenuti i contatti con amici e parenti attraverso Internet ed eventuali attività vengono svolte all’interno del mondo digitale. L’82% dei dirigenti scolastici che hanno partecipato al questionario ESPAD segnala di aver avuto almeno uno studente della scuola coinvolto nel fenomeno della dispersione scolastica, mentre il 28,7% ha riferito che almeno uno studente è stato coinvolto nel fenomeno dell’isolamento sociale.

All’interno della ricerca ESPAD si trova anche un approfondimento e un’analisi sul “Gaming”; la Relazione al parlamento afferma: “I videogiochi possono essere praticati sia online sia offline e, in alcuni casi, possono rappresentare occasione per socializzare. Tuttavia, questo comportamento mostra anche aspetti potenzialmente pericolosi: quando il tempo speso a giocare diventa eccessivo, può infatti associarsi a una difficoltà a portare avanti altre attività quotidiane e a una compromissione del rendimento scolastico, fino a diventare una vera e propria forma di dipendenza.”

Emerge infatti che il 21,3% degli studenti giocatori risulta avere un profilo di gioco a rischio (M=25,2%; F=13%), in particolare, questi studenti riferiscono di passare troppo tempo a giocare, di diventare di cattivo umore se non possono giocare e affermano che i propri genitori li rimproverano per il troppo tempo speso giocando.

Da quanto evidenziato dai risultati della ricerca emerge la necessità di continuare ad implementare servizi dedicati ai più giovani e specializzati nei comportamenti dipendenti come gaming, shopping compulsivo, disturbi alimentari, etc…

Per quanto riguarda il consumo e l’abuso di sostanze e le attività di prevenzione sono stati predisposti diversi servizi outdoor sviluppati attraverso specifici progetti in diverse Regioni per promuovere la presenza di presidi (camper, furgoni attrezzati, aree chill-out) nei luoghi di aggregazione giovanile che si impegnano a realizzare attività di: sensibilizzazione sui possibili rischi e danni legati al consumo di sostanze psicoattive, attività di riduzione del rischio e danno come distribuzione di etilometri e profilattici, interventi socio-educativi, assistenza sanitaria, creazione di spazi di ascolto e attività utili a facilitare l’accesso ai servizi con l’obiettivo di intercettare e agganciare precocemente i giovani consumatori e coloro che hanno comportamenti a rischio che possono sviluppare dipendenze da sostanze o comportamentali e facilitarne l’accesso alla cura.

La Relazione al Parlamento sulle tossicodipendenze 2022 per la prima volta offre una panoramica sull’utilizzo della cannabis per uso medico; i consumi di cannabis ad uso medico in Italia sono cresciuti esponenzialmente, nel 2014 nelle farmacie venivano venduti 58,6 kg di sostanze attive di origine vegetale a base di cannabis che nel 2021 sono passati a 1271,5 kg.

La produzione nazionale di medicinali di origine vegetale a base di cannabis non è ancora sufficiente a coprire il fabbisogno nazionale e l’Italia importa la maggior parte di questi prodotti da altri paesi, per questo a dicembre 2021 è stato sottoscritto l’Accordo di collaborazione tra Ministro della Salute e il Ministro della Difesa per l’ampliamento della produzione nazionale di medicinali di origine vegetale a base di cannabis. 

La Relazione chiude con un approfondimento su un importante evento, infatti il 27 e il 28 novembre 2021, dopo più di 20 anni a Genova, si è tenuta la VI° Conferenza Nazionale sulle dipendenze dal titolo “Oltre le fragilità” convocata dal Ministro per le Politiche giovanili Fabiana Dandone; alla Conferenza è stato riportato il risultato di quanto emerso dai tavoli tecnici (Giustizia penale e misure alternative in ambito penitenziario, Prevenzione e presa in carico precoce, Innovazione del sistema del SerD e delle Comunità Terapeutiche, Potenziamento dell’intervento in ottica preventiva e di riduzione del danno, Reinserimento socio-lavorativo come parte del continuum terapeutico, Cannabis ad uso medico, Ricerca scientifica e formazione) realizzati attraverso un percorso partecipativo preparatorio a cui hanno preso parte esperti delle dipendenze sia del pubblico che del privato sociale, tra cui anche Dianova.

Sempre da questo lavoro preparatorio dei tavoli tecnici sono emerse anche indicazioni operative a carattere trasversale su cui sarà necessario porre in atto azioni sistemiche: il superamento dello stigma; l’integrazione delle diverse competenze professionali e delle istituzioni coinvolte; la partecipazione di tutti gli attori (servizi, utenti e i loro familiari) nella programmazione dei percorsi terapeutici; la depenalizzazione; la raccolta delle informazioni e dei dati attraverso un sistema integrato; l’attivazione di percorsi di valutazione dell’efficacia per la misurazione degli esiti; l’assegnazione di risorse strutturali permanenti.

La Conferenza e il lavoro preparatorio hanno avuto come obiettivo quello di gettare le basi per la costruzione del PAN (Piano Antidroga Nazionale) 2022-2025 ma anche per individuare le necessarie modifiche alla legge quadro di riferimento in materia di dipendenze (DPR 309/90) che risale al 1990.

I dati riportati dalla Relazione al Parlamento sulle tossicodipendenze sono in linea con quanto registrato da Dianova per quanto riguarda le sostanze infatti non si riscontrano diminuzione nei consumi nonostante il periodo di restrizioni causato dalla pandemia; solo con il servizio “In-Ascolto: una risposta al problema delle dipendenze” nel 2021 abbiamo ricevuto oltre 1.130 richieste di aiuto, un numero che non avevamo mai registrato prima.

Così come evidenziato anche dalla ricerca ESPAD, sono diverse le richieste che abbiamo ricevuto anche verso quei fenomeni legati anche alle dipendenze comportamentali (gaming, gioco d’azzardo, fenomeni di isolamento come Hikikomori, etc…) sia nei giovani che negli adulti.

Noi di Dianova da tempo ribadiamo la necessità di prestare attenzione alle conseguenze psicologiche e sociali del periodo storico che stiamo vivendo, non solo per quanto riguarda la dipendenza da sostanze ma anche per tutte quelle forme di dipendenza meno note ma altrettanto diffuse sia tra i giovani che gli adulti nel nostro paese.

Quanto emerso conferma la necessità individuata da Dianova di implementare un servizio gratuito, il Centro Diametro, che oltre alle dipendenze da sostanze possa offrire risposte alle dipendenze comportamentali che sempre più influiscono sulla vita dei più giovani e non solo, un servizio in grado di intercettare e prevenire i comportamenti a rischio attraverso un’attività ambulatoriale di aggancio, counseling, sostegno e orientamento finalizzata ad individuare il percorso adeguato.

Per concludere, da anni ribadiamo la necessità di rivedere la legge quadro di riferimento sulle dipendenze (DPR 309/90) non più attuale e non in linea con un fenomeno che evolve velocemente e si adegua ai contesti e all’attualità del periodo nel quale si presenta; un settore il nostro che, nonostante gli sforzi di molti nel fornire risposte adeguate e professionali, vede un impoverimento continuo in termini di risorse e strategie.

La Conferenza ci ha dato la speranza che, dopo tanto silenzio, la politica avesse riportato al centro il tema della dipendenza, per mesi la discussione si è focalizzata quasi esclusivamente sulla questione legata alla liberalizzazione della cannabis che, seppur importante, sposta il focus di un problema ben più complesso e articolato.

In questi mesi dopo la Conferenza di Genova, sono partiti ulteriori tavoli di lavoro per mettere in atto azioni finalizzate a rivedere il sistema di intervento e cura nella sua globalità.

È di questi giorni la crisi politica che sta coinvolgendo il nostro paese, non ci resta nuovamente che attendere per capire che succederà e cosa resterà di quanto fatto e iniziato sino ad ora.

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