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Il progetto di arteterapia nella comunità dianova di garbagnate

Un viaggio dentro di sé: arteterapia nella Comunità di Garbagnate

Ricostruire i propri luoghi interni attraverso le terapie espressive dell’arteterapia e della danzamovimentoterapia

L’arte e la danza movimento terapia utilizzano modalità non verbali per costruire una relazione terapeutica che consenta il recupero del “nucleo creativo” dell’individuo e permetta di affrontare disarmonie, blocchi disagi psichici e/o fisici.
Infatti, questo tipo di terapie permettono a chi ne usufruisce, di entrare in contatto con gli eventi traumatici che hanno spezzato, fratturato e modificato il corso dell’esistenza, elaborandoli e trasformandoli con nuove modalità: applicare queste tecniche nel percorso terapeutico di ragazzi e ragazze con problemi di dipendenza da sostanze consente da una parte di indagare e riflettere sui trascorsi e i vissuti passati, e dall’altra di esprimere le proprie emozioni utilizzando strumenti comunicativi come l’arte e la danza, che, a differenza delle parole, possono trasformare le debolezze in risorse, senza barriere di alcun tipo, in condivisione con gli altri componenti del gruppo.
Per questo anche nell’anno 2020 si rinnova il percorso di arteterapia nella Comunità Dianova di Garbagnate Milanese tenuto dalla terapeuta Ilaria Meroni: un percorso della durata di un anno, che prevede la partecipazione di circa 20 ragazzi, divisi in due gruppi, in un incontro a cadenza settimanale della durata di due ore e mezza per ciascuno.I partecipanti dei gruppi vengono identificati dall’equipe terapeutica a seconda dei bisogni dei ragazzi e, per dare continuità al percorso, alla fine di ogni incontro viene redatto per ognuno un diario, che, condiviso con l’equipe, permette di avere un feedback definito su ogni persona.
Gli incontri contemplano l’approccio verbale e non verbale, avvalendosi e mettendo a disposizione il proprio corpo e i diversi materiali artistici (convenzionali e non convenzionali), che vengono utilizzati allo scopo di facilitare la comunicazione e favorirne l’elaborazione.
Uno “spazio protetto” di condivisione e di scoperta, dove ogni ragazzo può esplorare il proprio Io e confrontarsi con i propri compagni di percorso. Uno strumento molto utile per accompagnare il percorso terapeutico di ognuno, per poter rielaborare le difficoltà passate e affrontare al meglio il periodo della cura e, soprattutto, del reinserimento.

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