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Garbagnate: l’esperienza del gruppo l’appiglio con la montagna-terapia

Durante i mesi estivi si sono svolte le escursioni sulle montagne valdostane e lombarde che rientrano nel progetto L’Appiglio, nato per promuovere l’integrazione  sociale attraverso lo sport,

in particolare con l’escursionismo e l’arrampicata sportiva. Questi sport, infatti, sono considerati degli ottimi strumenti per relazionarsi con il gruppo e con l’ambiente. In particolare nell’idea del progetto, escursionismo ed arrampicata diventano un momento educativo capace di rinforzare l’autonomia; sviluppare la capacità di superamento delle difficoltà; promuovere il “fare insieme”, in quanto le capacità del singolo sono importanti in funzione del gruppo; affrontare il confronto come momento evolutivo. Infine, nell’attività escursionistica e di arrampicata circolano idee di solidarietà, rispetto, lealtà ed empatia tra i partecipanti.

Hanno partecipato alla Montagna-terapia i gruppi della Comunità Dianova di Garbagnate Milanese, formati da 8 utenti e 2 operatori (di cui uno esperto di alpinismo) per ogni uscita.  In totale sono state effettuate quattro uscite, di cui due in giornata e due con pernottamento in quota all’interno di un Rifugio in alta montagna. Per l’escursione di due giorni è stato scelto il rifugio Sella al Colle della Rossa, a 2.588 metri di altezza, nel bellissimo Parco Nazionale del Gran Paradiso in Valle D’Aosta e per l’escursione in giornata è stata scelta la Valle Brembana, nella bergamasca, con meta il rifugio Calvi a 2.015 metri.

Ecco alcune testimonianze di chi ha partecipato all’iniziativa:

“Inizialmente temevo di non farcela, ma utilizzando la metafora della montagna da scalare come l’immagine della vita, ho deciso di voler affrontare questa sfida e provarci. Nell’esperienza ho riscoperto che sono in grado di superare le fatiche e le difficoltà. Ho imparato ad ascoltare il mio corpo, ad accettarne i limiti e a creare un’alleanza con il me stesso fisico. Ho capito l’importanza di pormi un obiettivo e la sensazione di serenità provata al momento del raggiungimento della prima meta. Tutto questo mi ha dato la forza di pormi un nuovo e più alto obiettivo da raggiungere.”

“Non pensavo di potercela fare e il pensiero di quante esperienze ho perso nella mia vita un pò mi condizionava. È stato importantissimo sentirmi dire ‘non mollare, ce la fai’ dal mio gruppo, che mi ha permesso di rompere il meccanismo del ‘mollo perché non ce la faccio’ che mi sono ripetuto più volte. Oltre al sostegno del gruppo ho capito l’importanza della volontà, del coraggio e della fiducia in me, inoltre ho compreso l’importanza del rispetto dei tempi altrui: ognuno con i suoi tempi, prima o poi arriva.”

“In questa esperienza ho provato una sensazione di serenità e vitalità e non ho percepito alcun momento di rabbia, che è un elemento caratteristico della mia vita. All’inizio della salita ha provato la voglia di competere con il gruppo per arrivare ad essere il primo, pian piano però ho modificato questo aspetto con l’idea di stare nel gruppo, perché non aveva senso arrivare in cima da solo. Questo mi ha dato una sensazione di forte gratificazione. È stato emozionante e ho vissuto con gli altri componenti del gruppo un rapporto paritario, senza dover rivestire nessun particolare ruolo.”

“Sono rimasto colpito dall’estrema positività dell’esperienza rispetto alla mia scarsa motivazione iniziale. E poi ho apprezzato il bellissimo paesaggio e il gruppo che ho sentito vicino e reale. L’arrivo in cima mi ha ricordato che è possibile arrivare, anche quando pensi di non farcela, ma ci vuole tanto impegno e fiducia in se stessi.”

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