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Intervista di Dianova International a Fulvia Paggi per i 30 anni di lavoro di Dianova Italia nelle dipendenze

Dianova Italia festeggia 30 anni di lavoro nelle dipendenze: intervista a Fulvia Paggi della Direzione Dianova.

Quale è stato il tuo percorso in Dianova?
Collaboro con l’Associazione sin dal 1990. Ho iniziato occupandomi degli inserimenti degli utenti nelle Comunità Terapeutiche, e dopo qualche anno sono passata all’amministrazione; nello specifico gestivo la fatturazione degli utenti inviati dal servizio pubblico. Successivamente mi sono occupata della contabilità nazionale di Dianova Italia. In tutti questi anni ho lavorato in diverse sedi. Attualmente sono la responsabile dell’area Gestione delle risorse economiche di Dianova e coordinatrice della direzione nazionale.

Com’è composto il vostro direttivo?
Il Consiglio Direttivo di Dianova Italia è composto da sette membri. Il presidente è Pierangelo Puppo, mentre Mauro Luccardini, Ombretta Garavaglia, Massimo Bagnaschi, Giovanni Medi, Cristina Lizarza e Monserrat Herrero sono i consiglieri. Il CD ha nominato una direzione operativa composta da tre persone: Pierangelo Puppo, per la gestione dell’’area Qualità e sviluppo dell’intervento; Fulvia Paggi, per la gestione dell’area Gestione delle risorse economiche; Mauro Luccardini per la gestione dell’area Sostenibilità e innovazione.

Quali sono le aree di intervento di Dianova Italia?
Dianova Italia sviluppa il suo intervento nell’ambito delle dipendenze (droga e alcol) attraverso cinque comunità terapeutiche con un totale di 167 posti accreditati. All’interno delle comunità sono attive diverse tipologie di programmi: pedagogico, terapeutico, pronta accoglienza e specialistico alcol/polidipendenti. Ogni programma è individualizzato e può durare da un minimo di 3 mesi ad un massimo di 36, inoltre è attiva la cooperativa Dianova che offre un supporto nella fase di reinserimento sociale attraverso attività agricole. Dal 2011 abbiamo avviato progetti e programmi rivolti a minori ed adolescenti. Nel 2012 è stato inaugurato il SOCIAL CAMP, parco educativo che attraverso un metodo proattivo sviluppa programmi esperienziali; nel 2013, invece, è stata avviata la prima struttura residenziale per minori denominata LA VILLA, un servizio per adolescenti e giovani italiani e stranieri (14-21 anni) in situazione di disagio. Vengono inoltre realizzati interventi di prevenzione delle dipendenze rivolti ad adulti e giovani. Le attività di Dianova sono il frutto dell’esperienza di trent’anni di lavoro in Italia nell’ambito delle dipendenze. La scelta di intervenire anche in ambito minorile nasce dalla necessità di rispondere a problematiche esistenti nel nostro paese e dalle opportunità di interscambio offerte dalla rete Dianova.

Quali sono gli obiettivi più importanti raggiunti da Dianova Italia dal 2010 ad oggi?
Quale di questi ti rende più orgogliosa? Gli obiettivi più importanti raggiunti dal 2010 sono l’ampliamento e il potenziamento dell’offerta dei servizi in ambito residenziale con la creazione di moduli specialistici e di nuove attività di formazione professionale come laboratori specifici, gruppi per le famiglie, informazione e prevenzione nelle scuole. Abbiamo attivato nuovi servizi nell’area minori, creato il dipartimento di Qualità per raggiungere livelli di eccellenza in ambito terapeutico e organizzativo e applicato un piano di modernizzazione con interventi strutturali nelle comunità terapeutiche nel rispetto dell’ambiente. A livello di comunicazione abbiamo sviluppato attività e pubblicato libri specifici sui temi di dipendenze ed educazione, mentre dal punto di vista organizzativo abbiamo elaborato il modello delle competenze per i livelli di direzione nazionale, direttori struttura/servizio, responsabili di settore ed educatori/operatori di struttura e il modello di gestione dei collaboratori per i quali è prevista una formazione volta al passaggio generazionale. Infine, abbiamo aggiornato l’assetto organizzativo e avviato il processo di riconoscimento giuridico dell’associazione Dianova che prevede anche la realizzazione di un manuale gestionale organizzativo e l’istituzione di un organo esterno di vigilanza. A nostro parere, senza perdere di vista la missione di Dianova, nonostante la crisi economica che sta attraversando il nostro Paese, siamo riusciti a consolidare le entrate istituzionali investendo in nuovi progetti e migliorando lo standard qualitativo del servizio offerto. I bilanci economici dal 2010 ad oggi sono stati sempre sostanzialmente chiusi in pareggio. Ed è inoltre migliorata l’immagine esterna di Dianova. Tali obiettivi sono stati raggiunti grazie ad un gruppo dirigenziale coeso di cui siamo particolarmente orgogliosi.

Quali sono invece le difficoltà che avete incontrato dal 2010?
Il mantenimento di una solidità economica e la trasmissione della cultura e dei valori di Dianova per un futuro passaggio generazionale. La comunicazione interna si è rivelata a volte poco efficace e la poca notorietà di Dianova al grande pubblico crea ancora qualche difficoltà soprattutto nell’attività di diversificazione delle entrate (fundraising e progetti). Infine, l’evoluzione del fenomeno delle dipendenze che colpisce generazioni diverse tra loro, con bisogni e problematiche differenti.

Quali sono i progetti futuri di Dianova Italia?
Cercare di mantenere e consolidare tutte le attività e le entrate istituzionali provenienti dalle strutture terapeutiche residenziali, cercando di riuscire a trasformare gli attuali progetti sperimentali (minori) in attività stabili e sostenibili. Diversificare la percentuale degli incassi, incrementando quelli provenienti dalle attività di fundraising/progetti. Sviluppare le attività di comunicazione esterna per acquisire maggiore autorevolezza e visibilità e migliorare quella interna rendendola più fluida e funzionale. Realizzare strumenti adeguati per garantire la trasmissione della cultura Dianova, delineando sentieri di carriera per la crescita dei collaboratori identificati come possibili futuri dirigenti dell’organizzazione.

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