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25 novembre: Dianova per le donne con problemi di dipendenza

25 novembre, giornata internazionale contro la violenza sulle donne: Dianova per le donne con problemi di dipendenza da sostanze

In occasione del 25 novembre Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, Dianova Italia aderisce alla campagna internazionale della rete Dianova “Empower women, empower society!”, per sensibilizzare su quanto sia necessario offrire strumenti alle ragazze e alle donne perché possano determinare il loro futuro in una società sempre più inclusiva che permetta loro di essere protagoniste della propria vita.

Dianova Italia da oltre trent’anni accoglie nelle sue comunità terapeutiche donne con problemi di dipendenza da sostanze e dalle loro storie personali emerge spesso quanto la violenza di genere sia stato un elemento ricorrente.

La condizione di tossicodipendenza rende le donne ancora più vulnerabili e soggette a qualsiasi forma di sopruso; la sostanza stessa diventa un partner possessivo, un pensiero intrusivo e costante, il motore delle proprie giornate e il fulcro della propria esistenza. L’interruzione di un legame tanto malato, quanto viscerale, richiede un lavoro terapeutico-educativo costante volto a colmare il vuoto e le ripercussioni che provoca.

Purtroppo però è risaputo che le donne vittime di violenza faticano a chiedere aiuto per diversi motivi: per il giudizio, per la paura, per la solitudine, per questioni di sostenibilità economica, etc… oltre a questo si aggiunge nella donna dipendente da sostanze anche lo stigma da parte della società che le vede incompatibili nel ruolo di donne, di mogli e, in particolare, di madri.

Un doppio problema che, come emerge anche dai dati dell’EMCDDA, ostacola l’accesso ai servizi da parte delle donne che arrivano tardivamente a richiedere aiuto con il rischio di subire più a lungo episodi di violenza.

Oltre a cercare di lavorare sull’eliminazione di uno stigma verso le donne dipendenti da sostanze è necessario implementare azioni e percorsi comuni con i servizi territoriali, i centri antiviolenza, le strutture e le associazioni dedicate alle donne maltrattate ma anche costruire una cultura basata soprattutto sull’educazione al rispetto delle differenze.

Dianova promuove all’interno delle proprie strutture la cultura del rispetto e dei diritti delle donne contro ogni forma di discriminazione e stigma, con l’obiettivo di implementare interventi volti a migliorare la condizione femminile ed aumentare la sensibilità ed il rispetto per le donne per contrastare ogni atteggiamento violento.

Nella Comunità di Palombara Sabina, la struttura di Dianova che ha più esperienza nel trattamento delle dipendenze al femminile, Alessandra Rosati, Rita Ferendeles, Monica Mariotti, Giorgi Vecchi e Tania Giusti psicologhe, psicoterapeute ed educatrici ci offrono un interessante visione sulla loro esperienza e su quanto viene fatto in comunità:

La nostra esperienza in regime di trattamento residenziale, in seguito all’approfondimento e colloqui clinici, ha evidenziato anche elementi significativi della storia clinica delle nostre pazienti: appare che l’elemento critico, maggiormente rilevato nella storia delle donne che sviluppano dipendenze, è quella di un abuso o un trauma grave in giovane età. Nel nostro programma offriamo spazio per il sostegno psicologico, pensabilità per la psicoterapia, interventi integrati: in una prospettiva che enfatizza la resilienza e l’autodeterminazione della donna, perché possa riprendere il controllo della propria vita, spostando il “sistema” da una configurazione che alimenta lo stigma e l’esclusione sociale, per focalizzarsi verso un approccio inclusivo.

Nella struttura vengono proposti interventi e attività mirati per le donne sia individuali che di gruppo, “spazi protetti” dove le partecipanti condividono le proprie esperienze; tra questi:

  • Il corso di “Comunicazione Non Violenta”, un’esperienza pensata per tutti gli ospiti di della struttura per prevenire il reiterarsi di condotte violente nell’uomo ed esser utile per le donne per evitare situazioni di rischio.
  • Il corso di difesa personale femminile, dove viene insegnato il karate alle ragazze, una disciplina che assume una valenza terapeutica in quanto, sviluppando capacità di agire sotto stress, permette di orientare positivamente i propri impulsi e di migliorare la gestione delle proprie reazioni, ma al tempo stesso offre anche gli strumenti necessari per sapersi difendere, permettendo di aumentare la fiducia nelle proprie risorse e di acquisire maggiore sicurezza in sé stesse.
  • La Mindfulness che risulta funzionale anche per le vittime di violenze perché considera gli abusi subiti come un trauma che compromette la mente, il corpo, le relazioni con gli altri e con l’ambiente esterno e, da questa premessa porta a lavorare sulla persona nella sua interezza aumentando la resilienza individuale e il benessere soggettivo.

Infine, per le donne vittime di abusi e violenze c’è la possibilità di elaborare nei colloqui di psicoterapia questi traumi attraverso l’EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing) un protocollo clinico costituito da procedure strutturate, riconosciuto come trattamento d’elezione per il disturbo post-traumatico da stress (ptsd) o per eventi dolorosi.

In conclusione, fare in modo che alle donne vengano forniti strumenti per acquisire maggiore consapevolezza di se stesse, del proprio ruolo e della propria unicità è l’unica strada percorribile per eliminare la violenza e le discriminazioni di genere; alle donne che accogliamo in comunità insegniamo che un ruolo fondamentale nella propria vita viene giocato dalle relazioni che non devono essere basate sulla sottomissione ma sulla centralità e sul rispetto e che i legami nascono per arricchire la propria esistenza e non, com’è stato sino ad ora nella loro storia di dipendenza e spesso di violenza, per deprivarla.

Un ringraziamento speciale ai ragazzi della Comunità di Palombara, che hanno realizzato una panchina rossa nella struttura, simbolo universalmente riconosciuto della lotta contro la violenza sulle donne e segno permanente e tangibile di memoria.

Ma soprattutto grazie a tutte le donne che lavorano in Dianova e che ogni giorno con professionalità, cura ed empatia aiutano tante ragazze con problemi di dipendenza a ritrovare in sé stesse le risorse per riscrivere la propria storia; e, come dicono spesso, “in Comunità si impara a bastare a sé stesse, ad amare sé stesse dandosi un valore tale per cui non ci sia più spazio per legami malati”.

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