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Dianova sulla relazione al parlamento 2020 sulle tossicodipendenze

Dianova sulla Relazione al parlamento 2020 sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia

I dati aggiornati (2019) sulla situazione Italiana sul consumo e l’abuso di sostanze illecite.

Si stima che circa 96 milioni delle persone di età compresa tra 15 e 64 anni nell’Unione europea abbiano fatto uso di droghe illecite almeno una volta nella vita; in tutta Europa l’esperienza di consumo di droga è riportata più frequentemente dai maschi (57,8 milioni) rispetto alle femmine (38,4 milioni).

Secondo la Relazione al Parlamento 2020 sulle tossicodipendenze, in Italia nel corso del 2019 i SerD hanno assistito complessivamente 136.320 soggetti tossicodipendenti di cui 85,9% degli utenti totali è di genere maschile. Inoltre gli assistiti in trattamento hanno mediamente 40,7 anni; le femmine sono più giovani con un’età media di 39,2 anni in confronto ai 40,9 anni dei maschi.

Nel tempo si misura un progressivo e costante invecchiamento della popolazione dei SerD in tutta Italia; vi è un rilevante aumento della percentuale di assistiti con età superiore ai 39 anni passati dal 10,9% del 1999, al 39,9% del 2009 e al 58,3% del 2019; parallelamente si osserva una diminuzione nelle classi di età più giovani; questo dato conferma anche i dati dell’utenza inserita in trattamento nelle comunità terapeutiche di Dianova, infatti l’età media dei 397 utenti inseriti nel 2019 è di 39 anni.

Sempre nel 2019 risultano essere stati in trattamento nelle strutture terapeutiche mediamente 15.621 persone al giorno ed il totale dell’utenza in carico in questi servizi durante l’anno è stata di 25.318 persone, per la maggior parte di genere maschile (83,4%) e di oltre 40 anni di età.

In Italia, l’età di primo uso della sostanza di abuso per cui gli assistiti sono in trattamento (dato disponibile solo per 43.314 assistiti ovvero il 31,7% dei trattati) è 21,4 anni senza differenze di genere, mentre l’età di primo trattamento è 28,9 anni con una latenza di 7,5 anni tra il primo consumo e il primo trattamento, con una latenza maggiore nei maschi (7,7 anni) rispetto alle femmine (6,3 anni).

Sempre in relazione al consumo/abuso tra i più giovani, una ricerca condotta nel 2019 sugli studenti italiani evidenza come il 33,9% degli stessi dichiara di aver utilizzato almeno una sostanza psicoattiva illegale nel corso della propria vita; la cannabis resta la sostanza più utilizzata dai giovani.

Questi dati emersi dalla Relazione al Parlamento 2020 sulle tossicodipendenze, ci fanno capire che intercettare i target più giovani e soprattutto le giovani donne con problemi di dipendenza è estremamente difficile e risulta quanto mai essenziale ripensare a modelli di aggancio ed intervento soprattutto per questa tipologia di consumatori/abusatori.

Per quanto riguarda le sostanze, secondo i dati, risultano aumentate le richieste di trattamento ricevute dai servizi pubblici per le dipendenze per uso primario di cocaina, che nel 2019 si sono riflettute in 27.913 persone trattate.

Gli oppiacei sono tra le sostanze meno diffuse in Italia, eppure restano protagoniste in molte aree di indagine, dalla domanda di trattamento alle conseguenze sanitarie.
L’eroina rimane, infatti, la sostanza primaria maggiormente diffusa tra le persone in trattamento e in cura presso nei servizi per le Dipendenze. Nei Servizi Pubblici, il 64% risulta in carico per eroina e, secondo i dati del Ministero dell’Interno, un terzo dell’utenza del Privato Sociale è in carico per questa sostanza.

Un dato estremamente inquietante è quello relativo ai decessi per overdose: nel corso del 2019 sono stati 373 nel nostro paese (+11% rispetto al 2018), crescono anche le ospedalizzazioni direttamente droga-correlate, che nel 2019 sono state 7.480, in aumento soprattutto tra i giovani e gli adulti under 45 ed è sempre per la cocaina che si rileva l’incremento maggiore.

Se il numero di consumatori di sostanze per via iniettiva registrati per aver contratto malattie infettive risulta in costante diminuzione, sono tuttavia in aumento le diagnosi tardive di HIV: nel 30% dei casi si raggiunge infatti lo stadio di AIDS conclamato ignorando la propria sieropositività. Fino al 2005 questa percentuale era del 15% circa. Un dato che desta preoccupazione sulla percezione del rischio da parte degli utilizzatori di sostanze e conferma l’abbassamento generale dell’attenzione sulla prevenzione e le attività di riduzione del danno.

Per la prossima relazione al parlamento del 2021 possiamo quindi aspettarci uno scenario più drammatico. Infatti, la stessa relazione mette in evidenza che, le conseguenze sociali ed economiche della pandemia da COVID-19 avranno un impatto di medio e lungo periodo più gravoso sulle popolazioni vulnerabili ed emarginate, che sono anche quelle maggiormente esposte ai rischi dell’uso di sostanze.

Noi che lavoriamo in questo ambito da oltre trent’anni sappiamo che anche in base a studi effettuati su periodi di grandi crisi simili a quello che stiamo vivendo, le paure, le angosce, la noia e l’incertezza sul futuro porteranno inevitabilmente ad un aumento esponenziale del consumo e dell’abuso di sostanze, droghe e alcol.

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