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Nella comunità Dianova di Cozzo, il workshop di fotografia terapeutica SPEX

Tre giorni intensi e pieni di emozioni per un bellissimo e interessante progetto proposto e realizzato da Cristina Nunez all’interno della Formazione per Facilitatori del workshop SPEX.

Si è svolto nella Comunità di Cozzo con la partecipazione di otto facilitatori che stanno realizzando il corso formativo sul metodo SPEX ideato e creato da Cristina Nunez, fotografa di fama internazionale, una formazione di tre giorni di workshop che ha visto coinvolti nove utenti delle Comunità di Dianova Cozzo e Garbagnate.

Il metodo SPEX (Self-Portrait Experience) è un dispositivo artistico creato nel 2004 da Cristina Nuñez, che utilizza l’arte autobiografica con la fotografia e il video, per favorire una trasformazione individuale; è basato sull’esperienza con l’autoritratto della fotografa che ha utilizzato questo strumento per superare l’auto-stigma provocato dalla sua dipendenza da eroina in adolescenza.

SPEX è un viaggio attraverso tutti gli aspetti della propria vita, e viene realizzato con una serie di esercizi fotografici, suddivisi in tre ambiti:

– Io: emozioni, personaggio, corpo, luoghi, radici.

– Io e l’Altro: ritratti e autoritratti relazionali

– Io e il Mondo: ritratti e autoritratti di gruppo

I partecipanti lavorano, sia individualmente che in gruppo, sulle molteplici percezioni delle opere prodotte, attraverso diversi criteri, per scoprire come la percezione di sé stessi sia in costante evoluzione e per stabilire un dialogo continuo con e tra le immagini. Durante questo percorso i partecipanti costruiscono sequenze che danno forma al loro progetto d’autoritratto per dare inizio alla loro autobiografia visiva.

In sintesi, gli obiettivi del metodo SPEX che sono stati applicati in diversi ambiti nelle carceri, nei centri di salute mentale, centri di riabilitazione, centri giovanili, scuole, musei, gallerie d’arte e aziende in vari paesi: Italia, Spagna, Regno Unito, Svizzera, Norvegia, Finlandia, Francia, Lussemburgo, Germania, Stati Uniti, Canada, Corea del Sud, Bangladesh e Australia sono i seguenti:

  • arricchire la percezione di sé per scoprire il proprio potenziale identitario
  • arricchire la percezione degli altri per scoprirne il potenziale e così sospendere i giudizi e pregiudizi che sono alla radice dei pensieri e delle azioni violente e migliorare le relazioni tra le persone
  • potenziare l’intelligenza emotiva, attraverso il lavoro percettivo delle emozioni (proprie e degli altri) nelle immagini
  • stimolare la creatività attraverso la creazione di immagini fotografiche di impatto

Nella comunità è stato allestito un vero e proprio studio fotografico e le giornate si sono divise in momenti diversi tra attività individuali e di gruppo, dopo una prima giornata di presentazione del progetto e del gruppo dei partecipanti, i nostri ragazzi, accompagnati e supportati dai facilitatori presenti, hanno iniziato il primo giorno con la presentazione del progetto e l’organizzazione delle giornate ma soprattutto hanno lavorato nello studio fotografico sull’espressione delle emozioni attraverso autoscatti sulle percezioni di ciò che le immagini restituivano. Il resto del gruppo ha lavorato su diversi esercizi scritti che hanno avuto sempre come obiettivo la codificazione delle loro emozioni e dei loro bisogni emotivi attraverso le immagini di altri.

Il gruppo poi è stato suddiviso in coppie che insieme al proprio facilitatore di riferimento ha esplorato i dintorni della comunità e fatto delle foto sia al proprio compagno che all’ambiente.

L’ultimo giorno è avvenuta una restituzione di gruppo dove sono state presentati gli autoscatti di ognuno e ogni partecipante ha potuto esprimere ciò che vedeva dentro quelle immagini; interessante e di rilievo è stata la capacità del gruppo di esimersi da qualsiasi giudizio sull’immagine e di staccarsi dalla conoscenza della persona per interpretare le immagini senza pregiudizi. Alle giornate è stata sempre presente la responsabile terapeutica (psicologa-psicoterapeuta) della comunità di Cozzo, la D.ssa Eugenia Luraschi, che ha osservato e raccolto ulteriori elementi sulle persone coinvolte.

Un’esperienza di tre giorni che è stata intensa sia in termini di condivisione ma anche di emozioni e che ha stimolato i nostri ragazzi verso una maggior conoscenza di sé e del proprio potenziale ma anche verso la crescita della propria autostima.

Il percorso verrà riproposto nelle altre comunità di Dianova e per i partecipanti di questa esperienza è previsto un proseguimento del progetto con il supporto di alcuni facilitatori per realizzare la propria autobiografia.

È così che la fotografia, attraverso il metodo SPEX, si trasforma in uno strumento terapeutico a supporto del percorso individuale di ogni partecipante.

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