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La testimonianza di Cesare, volontario nella Comunità di Cozzo

Dianova: QUALCOSA DI SPECIALE E UNICO…

Mi chiamo Cesare sono volontario da pochi mesi presso la Comunità Dianova di Cozzo ma è come se fossi parte di questa realtà da sempre….vi spiego il perché.

Il mio primo incontro con Dianova risale a qualche anno fa quando, camminando per la mia città, sono stato avvicinato da due ragazzi che indossavano una pettorina con la scritta “Dianova”. Erano dialogatori, si occupavano di presentare i progetti e le attività di Dianova e raccogliere fondi per sostenerli.

Mi hanno chiesto se conoscessi il mondo delle dipendenze e se mai avessi avuto dei pregiudizi sulle persone con problemi di dipendenza da sostanze.

Erano due giovani ragazzi di qualche anno meno di me, mi sono fermato a parlare con loro, con poche e semplici parole mi hanno trasmesso subito qualcosa di speciale; non mi ero mai soffermato a riflettere su questa problematica e sono tornato a casa con molte domande, con una nuova curiosità da esplorare.

Qualche anno dopo, per caso, su Facebook vedo il video di una campagna di Dianova… quel nome mi era famigliare, mi ricordava qualcosa ed ecco che mi è tornato alla mente quell’incontro casuale di qualche tempo prima.

Per curiosità ho cominciato a visitare i canali social e il sito internet le pagine delle comunità sparse per l’Italia, le attività, le interviste e le storie dei ragazzi. In qualche modo questi viaggi virtuali dentro le strutture, sempre aggiornati e molto coinvolgenti, mi facevano compagnia prima di addormentarmi. Una mattina ho deciso di voler vedere con i miei occhi il mondo di Dianova e ho contattato la Comunità di Cozzo, la più vicina a casa mia, nella Lomellina in provincia di Pavia: volevo conoscere meglio questa realtà.

Subito, in maniera molto disponibile, con gli educatori dell’equipe abbiamo fissato un incontro dove oltre ad avermi parlato della struttura e della sua storia, mi hanno fatto visitare i laboratori e tutta la comunità. Durante la mia visita ho conosciuto alcuni ragazzi che mi hanno fatto subito sentire “uno di loro”, spiegandomi quello che stavano facendo, raccontandomi la loro storia e quali fossero i loro obiettivi per il futuro. Ho avuto la stessa sensazione di quella volta che sono stato fermato per strada, quel qualcosa di speciale e unico, quella voglia di entrare a far parte di questo mondo.

Da quel momento ho iniziato ad offrire un po’ del mio tempo, almeno un paio di volte a settimana vado nella struttura di Cozzo, accompagno i ragazzi nelle loro attività quotidiane, ascolto le loro storie e aiuto dove e quando c’è bisogno, a volte mi fermo a pranzo e posso dire che è un’esperienza molto bella condividere insieme a loro questo momento. Quello che mi ha colpito molto è stata anche l’equipe che opera nella struttura, persone molto preparate e sempre “sul pezzo”, la comunità poi è un luogo molto accogliente e offre attività ben definite e strutturate.

Sono passati diversi mesi dal giorno che sono arrivato nella Comunità Dianova di Cozzo per la prima volta, ormai mi sento parte di una grande famiglia. Credo che ognuno di noi nella vita debba fare un’esperienza come la mia, tutti abbiamo del tempo libero a volte impiegato in maniera non costruttiva e fine a sé stesso.
Donando e trascorrendo del tempo con questi ragazzi si esce e si torna a casa con qualcosa in più, quel qualcosa di SPECIALE e UNICO che a parole è anche difficile da spiegare.

Quando arrivi nella Comunità c’è un grande murales su cui c’è scritta una frase che mi colpisce ogni volta che la leggo: Forte non è chi non cade mai, forte è chi cade si rialza e torna a camminare.” Questa frase mi accompagna ogni giorno.

GRAZIE RAGAZZI, GRAZIE DIANOVA!

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