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Cos’è la dipendenza

Cos’è la dipendenza oggi: un fenomeno ancora stigmatizzato e sottovalutato accompagnato da troppi luoghi comuni

Quando ci chiediamo “Cos’è la dipendenza” quasi tutti siamo propensi a pensare alla raffigurazione del tossicodipendente eroinomane degli anni 70/80/90: una persona poco curata, mal integrata, spesso ai margini della società, dedita al consumo della sostanza per via endovenosa (siringa), una persona con evidenti segni fisici: il cosiddetto “tossico”.

Invece la dipendenza da sostanze oggi si è completamente trasformata: nuovi modelli di consumo e nuove sostanze si sono introdotte nella nostra società in maniera prepotente.
In questi ultimi anni ci troviamo ad affrontare innumerevoli forme di dipendenza: consumo e abuso di molteplici sostanze come eroina, cocaina, cannabis, nuove droghe, alcol, psicofarmaci, tabacco etc… senza contare le sempre più diffuse dipendenze comportamentali come il gioco d’azzardo, l’uso compulsivo di internet, i disturbi alimentari, lo shopping compulsivo, sex-addiction e le dipendenze affettive.

Per avere un’idea della portata del fenomeno di cui stiamo parlando e rispondere alla domanda “Cos’è la dipendenza” è necessario provare a fornire dei dati, soprattutto per quanto riguarda l’area di competenza di Dianova che ha visto l’evoluzione e il cambiamento nell’ambito delle dipendenze dopo oltre trentacinque anni di intervento nelle sue cinque comunità terapeutiche in tutta Italia.

Iniziando dall’alcol possiamo dire che nel nostro paese, in base ai dati della Società Italiana di alcologia, i soggetti a rischio dipendenza sono 10 milioni di cui 1 milione sono ragazzi minorenni; un numero preoccupante su una popolazione di circa 60 milioni di persone.

Per quanto riguarda le sostanze illegali è estremamente difficile fare delle stime così approfondite come per l’alcol, proprio perché si tratta di un mercato illegale; secondo i dati Europei possiamo dire che si stima che siano oltre 96 milioni le persone che hanno fatto uso di sostanze illegali tra i 15 e i 64 anni e l’Italia è tra i primi paesi con il tasso di consumo più elevato; in Italia la ricerca ESPAD evidenzia che il 34% degli studenti italiani  (15-19 anni) ha fatto uso di sostanze nell’ultimo anno e il 21% degli studenti utilizzatori ha abitudini di consumo che possono sviluppare dipendenze.

In qualità di professionisti del settore delle dipendenze possiamo, purtroppo, ipotizzare anche uno scenario futuro: nell’ultimo periodo di pandemia, l’isolamento, l’incertezza sul futuro e la privazione dei contatti sociali hanno portato e porteranno molte persone a cercare “rifugio” e “soddisfazioni” nelle sostanze legali e illegali. Di questi comportamenti continueremo a vederne le conseguenze anche negli anni a venire.

Ma allora che cos’è la dipendenza?

La definizione più attuale di dipendenza e che anche Dianova sottoscrive è la seguente: “La dipendenza è una malattia cronica e trattabile, che genera interazioni complesse tra i circuiti cerebrali di un individuo, la genetica, l’ambiente e le esperienze di vita. Le persone con problemi di dipendenza fanno uso di sostanze o adottano comportamenti che diventano compulsivi, e spesso continuano nonostante le conseguenze negative.”

Per questo è importante comprendere il fenomeno della dipendenza oggi sia in termini di salute delle persone ma anche di impatto sociale, sanitario ed economico ed è necessario pensare e guardare alla dipendenza come un problema di salute che genera effetti diretti ed indiretti e coinvolge sia chi usa, sia la sua famiglia ma anche tutta la società in generale.

Proviamo a riflettere su questo aspetto e torniamo a quanto detto precedentemente; ponendoci la domanda “Cos’è la dipendenza da droga” pensiamo subito al “tossico” se parliamo di alcol pensiamo al “senzatetto” con il “vino nel cartone”.
Questa è una visione estremamente limitata di che cos’è la dipendenza: non è solo quello, oggi le sostanze di abuso più frequenti sono la cocaina e la cannabis e vengono usate con modalità che non prevedono la via iniettiva ma fumate o sniffate; l’eroina stessa, ancora molto presente, è utilizzata con modalità completamente diverse dal passato e viene anch’essa fumata o sniffata; senza poi pensare a tutte quelle sostanze che attualmente vengono prese per via orale come anfetamine, allucinogeni, ecstasy.

Nel caso dell’alcol sono tante le sfaccettature da tenere in considerazione; ci sono i bevitori sociali, quelli eccessivi, quelli problematici e gli alcolisti (in genere sono solo questi a richiedere un aiuto); purtroppo la dipendenza da alcol è estremamente sottovalutata soprattutto perché è una sostanza legale, fa parte delle nostre tradizioni ed è socialmente più accettata, infatti il suo consumo e il contesto nel quale si consuma è molto più sdoganato, basti pensare ai brindisi durante le ricorrenze o anche ai falsi miti con cui siamo cresciuti, “un bicchiere di vino rosso fa bene al cuore”.

Parlare di dipendenza spesso ci fa paura e pensiamo che tutto ciò non ci riguardi, molti pensano che la dipendenza metta radici solo in situazioni di estremo disagio. Ma proviamo a sgombrare la mente e a porci questa semplice domanda: chi di noi nella sua vita e nella sua famiglia non ha avuto un’esperienza diretta o indiretta con questa problematica?
La risposta è tutti … ce lo confermano non solo i numeri che abbiamo visto prima ma anche le centinaia di richieste di aiuto che riceviamo ogni settimana da mogli, mariti, amici e famigliari.

Pertanto, tutte quelle visioni e opinioni che sentiamo comunemente riguardo a che cos’è la dipendenza nelle quali si dice che è qualcosa che “ti sei cercato, che è perché sei un debole, perché è colpa della famiglia” etc… sono soltanto un modo per non farci pensare a quanto vediamo intorno a noi: la dipendenza è una malattia che genera determinati comportamenti, tutti siamo dipendenti da qualcosa il problema è quanto la dipendenza conduce la nostra esistenza o, peggio ancora, la determina.

La dipendenza e l’abuso delle sostanze non sono mai la causa del problema ma l’espressione del sintomo di un malessere: solo rimuovendo la causa e agendo su quelle condizioni che valgono per il “benessere” di ogni essere umano, riconoscimento, identità, ruolo, appartenenza sociale, affetti e relazioni è possibile pensare che le persone possano uscire dalla condizione di dipendenza e riprendere in mano la propria vita nella maniera più funzionale e dignitosa possibile.

Il ruolo della società è quello di avere una visione diversa su questa problematica, guardarla con altri occhi per abbattere tutte quelle barriere, stereotipi e luoghi comuni che non ci permettono di vedere questo problema per quello che è: un problema di salute e non un’etichetta o uno stigma

Il rischio che corriamo è quello di sottovalutarlo, semplificarlo, generalizzarlo e perdere preziose opportunità di ridare una vita diversa a tantissime persone.

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