Venerdì 4 ottobre si è tenuto all’istituto “Josti Travelli” di Mortara l’incontro di restituzione a insegnanti e genitori sul tema del bullismo a scuola.
Il bullismo rappresenta una vera e propria piaga sociale nel mondo dei giovani. Minacce, umiliazioni e soprusi fanno parte di una triste e preoccupante realtà che non ha più solo a che fare con l’ambiente scuola, ma con tutti i luoghi di aggregazione sociale. Ma la sola scuola, tuttavia, non basta per arginare questo problema: è solo attraverso la collaborazione tra insegnanti, operatori del settore e genitori che si può raggiungere un risultato positivo.
Con questo intento, dopo aver costruito ed elaborato un questionario somministrato ad oltre 170 studenti, è partito l’intervento costruito ad hoc in una classe campione della scuola media “Josti Travelli” di Mortara (Pv), nella quale è emersa la necessità di prevenire alcuni fenomeni connessi alla prevenzione di bullismo a scuola e dipendenze. Attraverso sette incontri, di cui uno al Social Camp di Garbagnate Milanese, condotti da due psicologhe della Comunità di Cozzo, Dianova ha dato il via nel 2012 al progetto “Nessun Dorma”, conclusosi venerdì scorso, sempre all’istituto “Josti Travelli” di Mortara, con la fase di restituzione rivolta a insegnanti e genitori. Gli incontri sono stati molto importanti per confrontarsi sul fenomeno del bullismo a scuola e organizzare forme d’intervento adeguate ed efficaci per prevenirne e contrastarne la diffusione.
In questi incontri, aperti al dibattito e all’interscambio reciproco, genitori e docenti sono stati incoraggiati a parlare con i ragazzi per un maggior controllo e supervisione delle loro attività; è fondamentale che le parti coinvolte vedano questi incontri come un arricchimento del proprio ruolo di “educatori” per essere in grado di affrontare non solo il problema del bullismo, ma anche altre questioni di interesse comune. Anche il feedback relativo agli incontri in classe con gli studenti è stato positivo: alcuni genitori, infatti, hanno segnalato micro cambiamenti nei propri figli soprattutto nel mostrare tratti positivi del loro carattere finora sconosciuti.
Le psicologhe della Comunità di Cozzo hanno sottolineato quanto effettuato finora sia solo un primo passo per prevenire e affrontare il fenomeno del bullismo a scuola, ma sarebbe importante una continuità di percorso; effettuare tali interventi solo attraverso percorsi educativi ridotti, coordinati unicamente da personale esterno, infatti, difficilmente può portare a un cambiamento. Un risultato sicuramente più incisivo si avrebbe dotando di risorse aggiuntive i gruppi classe considerati più “deboli”, potenziando la formazione dei docenti e sostenendo con colloqui di supporto i genitori sia delle vittime sia dei prevaricatori, anch’essi vittime di un disagio che li spinge ad una condotta violenta.