Un percorso educativo-pedagogico che nasce nel contesto scolastico e che può essere concretamente applicato anche nel contesto residenziale delle comunità terapeutiche.
Sotto il termine “Outdoor Education” (OE) sono comprese una grande varietà di esperienze pedagogiche caratterizzate da didattica attiva che si svolge in ambienti esterni e che è impostata sulle caratteristiche del territorio e del contesto sociale e culturale in cui la scuola/comunità è collocata (Bortolotti, 2019).
Originario e diffuso nei paesi nordeuropei, negli ultimi anni l’OE sta vedendo una rapida diffusione anche in Italia. Nato come risposta a fenomeni di indoorization che, a partire dalla rivoluzione industriale in poi, sono stati l’espressione dei mutati rapporti tra uomo e ambiente (Bortolotti, 2019), l’OE è oggi una proposta pedagogica che offre una risposta anche ai nuovi stili di vita imposti dalla recente pandemia. Attività che si basano su valori fondamentali quali l’interdisciplinarietà, l’attivazione di relazioni interpersonali, l’attivazione di relazioni ecosistemiche e di relazioni con il mondo naturale e il modo in cui visualizzano le risorse al suo interno.
Inoltre, con il termine “Outdoor education” non ci riferiamo soltanto a esperienze che si svolgono in contesti naturali – ad esempio il giardino, i parchi, le fattorie – ma anche percorsi didattici realizzati in ambienti urbani – ad esempio i musei, le piazze, i parchi cittadini – dove è garantito un rapporto diretto e concreto con il mondo reale e il coinvolgimento nella sua interezza del soggetto in formazione (dimensione cognitiva, dimensione fisica, dimensione affettiva e dimensione relazionale).
È in quest’ottica che si delineano i vantaggi dell’introdurre attività di Outdoor Education nel percorso terapeutico di persone con problemi di dipendenza:
· Piano educativo e pedagogico. L’osservazione della natura rende l’OE un’opportunità per guardare il mondo con gli occhi di uno scienziato, di un antropologo, di uno storico, di un sociologo, favorendo la comprensione dell’interdipendenza tra sistemi ecologici e il rispetto della natura.
· Piano psicologico. I ragazzi, imparando a misurarsi con l’inatteso e l’imprevedibile, potenziano il senso di efficacia e di consapevolezza di sé. Si percepisce un senso di benessere e di meraviglia per la scoperta di piante e animali, situazioni non osservate in precedenza e in maniera sistematica.
Ciò si traduce in un senso di sicurezza nell’affrontare l’incertezza, la complessità e la novità.
· Piano sociale e inclusivo. I ragazzi imparano a fare esperienze nuove, scoprono compagni con cui non erano entrati in contatto e hanno l’opportunità di farsi conoscere per disposizioni che indoor non potevano essere palesate. I vantaggi sono: una maggior disposizione alla cooperazione, alla comunicazione e al rispetto della diversità, sia nel mondo animale e vegetale che nel mondo sociale.
· Piano fisico. I ragazzi fanno esercizio fisico, si muovono, corrono, si ossigenano. Camminare, correre, arrampicarsi, saltare, evitare ostacoli, sono attività che allenano la forza muscolare e favoriscono le abilità motorie.
· Piano organizzativo. L’OE si rifà a un’idea di “comunità aperta”, connessa a un territorio considerato “contenuto” e “ambiente di apprendimento”. Le attività sono progettate come estensione di ciò che avviene “dentro la struttura”, si basano sull’esperienza diretta, su metodologie laboratoriali e prevedono il coinvolgimento attivo delle persone.
Questi elementi sono stati approfonditi durante una formazione condotta dal Professor Roberto Farnè, pedagogista e curatore del libro “Outdoor Education: prospettive teoriche e buone pratiche”, a cui hanno partecipato le equipe di tutte le cinque comunità terapeutiche, che ci ha permesso di dare ancora più valore e contesto alle numerose attività outdoor che Dianova realizza già da tempo: escursioni e arrampicate in montagna, giardinaggio e cura dell’orto, gite culturali etc…
Attività realizzate sia negli spazi esterni della struttura sia nel territorio aiutando i ragazzi a indagare nuovi aspetti: la relazione, sia che si tratti dell’attivazione di relazioni interpersonali (con i propri compagni, con l’educatore o con altre persone coinvolte nell’esperienza), che di relazioni con l’ambiente naturale, facendo emergere riflessioni sul rapporto tra uomo-società-territorio. L’approccio olistico che prevede l’uso di tutti i sensi e di tutti i linguaggi da parte dell’utente e che coinvolge tutte le dimensioni della persona (dimensione cognitiva, dimensione fisica, dimensione affettiva e dimensione relazionale).
BIBLIOGRAFIA
- Bortolotti, A., Outdoor education. Storia, ambiti, metodi, Guerini, Milano, 2019
- Farnè, R., Bortolotti, A., Terrusi, M. (a cura di), Outdoor Education: prospettive teoriche e buone pratiche, Carocci editore, Roma, 2018.
- Farnè, R., Agostini, F. (a cura di), Outdoor Education. L’educazione si-cura all’aperto, Edizioni Junior, Gruppo Spaggiari, 2014
- Edward O. Wilson, biofilia (1984)