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Dianova Palombara set di un reportage documentaristico

Un progetto nato sul territorio per raccontare la vita quotidiana all’interno della Comunità di Palombara.

Trasmettere emozioni e rilevare aspetti della quotidianità ai quali spesso non si presta la minima attenzione.

Venerdì 17 gennaio la Comunità Dianova di Palombara ha aperto le proprie porte ad una troupe di professionisti appartenenti al mondo dello spettacolo e della comunicazione multimediale che ha osservato e documentato attraverso vari strumenti una giornata tipo all’interno della struttura.

Fautore di questa iniziativa il sociologo e fotografo freelance romano Bruno Pecchioli, che sin da subito ha dimostrato grande interesse e curiosità verso le attività di Dianova finalizzate al reinserimento sociale degli utenti. Ad accompagnare Bruno in questa avventura, due pezzi da novanta del cinema italiano: Sergio Salvati, direttore della fotografia nonché storico collaboratore del regista Lucio Fulci, e Giulio Natalucci, truccatore di molte pellicole riconosciute come capolavori tra cui Profumo di donna di Dino Risi e Il giardino dei Finzi Contini di Vittorio De Sica. A completare il team di professionisti, Renato Verdecchi, regista di cortometraggi, e Gianfranco Reversi, anch’egli fotografo.

A questa gradita visita ne seguiranno altre nei prossimi mesi, e sarà poi organizzato un evento di presentazione dei lavori realizzati nell’ambito del progetto con una mostra fotografica e la proiezione del cortometraggio.

Un bel sodalizio per sensibilizzate l’opinione pubblica sul fenomeno delle dipendenze e abbattere i pregiudizi portando ad una nuova consapevolezza: le persone sono tutte uguali e, allo stesso tempo, tutte diverse.

Il racconto di questa bellissima giornata nelle parole di Bruno:

“Dianova = Casa.
Eccoci qui, sulla strada che riporta verso casa, dopo un prima giornata vissuta all’interno della Comunità di Palombara Sabina.
Siamo in macchina ed il silenzio la fa da padrone; a parlare, però, ci pensano i nostri occhi, ancora pieni della bellezza appena sperimentata.
Osservo, ad esempio, lo sguardo del “maestro” Sergio Salvati, uno che mastica cinema da una vita, 
uno che ha lavorato con i migliori, i mostri sacri del cinema italiano, uno che, assieme al collega nonché amico di 1000 ciak Giulio Natalucci, ha affiancato e diretto i Sordi, i Manfredi e i Montesano.
È sereno, Sergio, 
e mi racconta di quanto sia felice ed onorato di prendere parte a questo progetto. 
Mi parla con entusiasmo della “profondità di quegli occhi” che bucavano il video e di come, le storie e le testimonianza catturate, lo abbiano pienamente coinvolto.
Renato Verdecchi pare invece assorto nei suoi pensieri; guida in silenzio, forse immaginando già il taglio da dare al suo ennesimo corto, convinto di produrre un qualcosa di unico.
Di certo, tutti e cinque ci siamo sentiti accolti dal calore di una comunità capace di “aprirsi” verso l’esterno:
l’ospitalità di Michele e la presenza costante e silenziosa di Massimo ci hanno accompagnato in ogni momento. Dal nostro punto di vista, era importante soprattutto farci accettare, cosa, questa, che è venuta con una naturalezza ed una spontaneità forse anche inaspettata.
Abbiamo pranzato tutti assieme, come si fa in famiglia, ognuno raccontando le proprie storie, i propri percorsi di vita. Io e Gianfranco Reversi, mesi fa, abbiamo pensato ad un percorso fotografico che raccontasse la vita delle Onlus italiane ed ora, dopo i mesi passati a “pensare” al progetto, siamo certi di poterlo realizzare.
Arrivederci quindi al prossimo “click”, ragazzi!”

Bruno “Pek” Pecchioli

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