Affacciarsi all’età dell’adolescenza comporta delle profonde modifiche al proprio corpo e alla propria psiche. Ragazze e ragazzi sono soggetti a stimoli continui, da parte dei propri compagni, degli adulti, della famiglia e delle istituzioni. Una tempesta alla quale è difficile sottrarsi, che provoca una fragilità che accompagna il giovane durante tutto questo delicato periodo.
È proprio in questo frangente che spesso va a inserirsi la prima esperienza con le sostanze stupefacenti e con l’alcol: può restare un caso isolato, ma anche tramutarsi in una problematica più profonda.
Ecco perché il ruolo della prevenzione diventa centrale: educare non solo i giovani alle insidie che il consumo di sostanze cela, ma anche i genitori a identificare correttamente il problema e a capire quali sono le azioni da compiere.
I dati emersi dalla Relazione al Parlamento 2020 sulle tossicodipendenze evidenziano che nel 2019 860.000 (circa 4 ragazzi su 10) studenti tra i 15 e i 19 anni dichiarano di aver utilizzato almeno una sostanza nel corso della propria vita.
La situazione già grave è stata resa ancora più problematica dallo scoppio della pandemia di Covid-19: la sensazione di solitudine e di incertezza che i giovani sperimentano si è ulteriormente amplificata, fornendo terreno fertile per lo sviluppo di una dipendenza da droghe e/o alcol.
Un altro fattore da tenere in considerazione è la trasformazione del concetto stesso di dipendenza: fino a pochi anni fa le persone che facevano uso di sostanze erano caratterizzate da comportamenti precisi e visibili che si pensava avessero origine in contesti di disagio.
Oggi i modelli dei consumi sono cambiati e la dipendenza non fa nessuna distinzione; anzi i ragazzi hanno a disposizione diverse modalità per accedere alla sostanza. Un mondo invisibile (social, web, chat, etc…) dal quale gli adulti spesso sono esclusi.
È per questo che i genitori si trovano così sempre più in difficoltà nell’identificare potenziali problematiche e nel relazionarsi con i propri figli: non sanno se il comportamento è da attribuire a un semplice disagio adolescenziale o a qualcosa di più profondo.
Dianova lavora da più di 35 anni per offrire a persone con problemi di dipendenza da sostanze l’opportunità di cambiare il corso della loro vita; le aiuta a individuare e sviluppare le proprie risorse personali per raggiungere il massimo grado di autonomia possibile.
Nelle strutture e nei servizi di Dianova lavorano circa 100 professionisti (psicologi, psicoterapeuti, educatori, ma anche medici, infermieri, etc…), la maggior parte dei quali all’interno delle 5 Comunità Terapeutiche in Italia.
Ogni anno accogliamo oltre 400 ragazzi e ragazze, che vengono inseriti all’interno di percorsi specifici volti a sviluppare le loro potenzialità e a fornire loro gli strumenti necessari per uscire dalla dipendenza e reinserirsi nella società a percorso concluso.
Oltre all’attività in comunità, siamo impegnati su tutto il territorio italiano con interventi di prevenzione presso scuole, oratori e centri di aggregazione giovanile: qui cerchiamo di sensibilizzare giovani e adulti sulla tematica della dipendenza e degli aspetti a essa correlati, aiutando i giovani a identificare quelle risorse personali necessarie per diminuire i rischi di utilizzo.
L’esperienza dei professionisti di Dianova, impegnati da oltre 30 anni nella cura delle dipendenze,
può aiutarti ad arrivare prima.
Sono tante le domande che spesso ti poni e per le quali non hai risposte?
Oggi ti offriamo con una donazione minima di €10 una consulenza personalizzata di 30 minuti, per sciogliere i tuoi dubbi e fornirti gli strumenti necessari per far fronte a eventuali criticità.
Non puoi partecipare in nessuna delle date disponibili? Contattaci e proveremo a concordare insieme il tuo appuntamento per la consulenza personalizzata!
Responsabile della protezione dei dati
Informazioni sul contatto
Ruolo: responsabile della protezione dei dati Carrino Giovanni
Indirizzo: viale Forlanini, 121 20024 Garbagnate Milanese Milano
Email: [email protected]
Telefono: 02 99022033